Celebrazione della Giornata della memoria - 27 gennaio

Notizia del 19.01.2007

Il 27 gennaio ricorre in Italia, come in tutta Europa, la Giornata della Memoria, in ricordo della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e della rivelazione al mondo intero della terribile tragedia della Shoah avvenuta nel 1945. Anche il Comune di Mirano, attraverso l’Assessorato all’Istruzione, Pace, Biblioteca e Politiche Giovanili, intende onorare l’anniversario con un articolato programma di iniziative.

La celebrazione prenderà avvio mercoledì 24 gennaio 2007 con una manifestazione organizzata in collaborazione con la scuola media "L. Da Vinci". Presso il nuovo Teatro gli studenti delle classi terze assisteranno alla proiezione del documentario "Campo di concentramento di Dachau 1933 – 1945" e all’intervento del dott. Paolo Rivoltella, testimone del rastrellamento di famiglie ebree avvenuto a Venezia nel dicembre del 1943.

Sabato 27 gennaio alle 20.45 nel teatro di Villa Belvedere l’Amministrazione Comunale propone a tutta la cittadinanza la rappresentazione teatrale "Il Tempo Sospeso", ispirata alla ricerca dello storico Daniele Ceschin per la regia di Eleonora Fuser, con Enrico Vanzella e Sabrina Simonetto, musiche dal vivo di Damiano Visentin e Nelso Salton. Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione culturale "Attore… si nasce?" di Mogliano Veneto, ha come soggetto le vicende di un gruppo di ebrei stranieri deportati in Italia dalla Jugoslavia nel novembre 1941 e internati in provincia di Treviso fino all’8 settembre 1943. La storia è basata su documenti dell’epoca e frutto di ricerche che lo storico Ceschin, collaboratore dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della Marca Trevigiana (Istresco), ha condotto in numerosi archivi italiani; è del tutto inedita e sarà oggetto anche di un libro di prossima pubblicazione. I personaggi del copione sono quindi realmente esistiti, come vere sono le loro tragiche vicende. Solamente i dialoghi sono inventati, ma sempre sulla falsariga di fatti realmente accaduti. Complessivamente furono circa 2.200 gli ebrei stranieri internati in Italia tra il 1941 e il 1943, tutti provenienti dalla Jugoslavia occupata dai nazisti e dai fascisti. Si trattava di ebrei che erano in fuga dall’Europa orientale dalla Cecoslovacchia, dall'Ungheria, dalla Polonia, ma anche dalla Germania e dall’Austria, proprio nel periodo in cui stava per essere avviata la macchina dello sterminio di massa. Partiti soprattutto da Fiume e da Spalato, circa la metà di questi ebrei furono internati nel Veneto, in particolare nelle province di Padova, Treviso e Vicenza. Il loro status fu da quel momento quello di internati civili, costretti al domicilio coatto fino all’8 settembre 1943 quando, in base agli accordi d’armistizio, furono liberati. Molti cercarono la fuga; altri ancora preferirono rimanere in provincia di Treviso o comunque in Veneto. Tuttavia, molti di questi furono catturati o dai tedeschi o dai fascisti della Repubblica sociale italiana e inviati nei campi di sterminio dai quali non fecero più ritorno.

Il progetto prende spunto dalla storia locale per creare uno spettacolo che vada al di là della dimensione temporale e racconti la vicenda umana di persone che hanno subìto, allora come oggi persecuzioni, restrizioni della propria libertà. In particolare verrà ricostruita la vicenda tragica di un gruppo di ebrei in fuga dall’Europa orientale, internato in un comune del Veneto e poi "spezzato" dopo l’8 settembre con diversi esiti: la solidarietà, la fuga e la salvezza; la delazione, la cattura e la morte.

Alla Giornata della memoria si lega anche la mostra fotografica "Auschwitz fra storia e memoria" allestita dal liceo scientifico "Ettore Majorana" con aggregato liceo classico "Elena Corner" nell’aula magna di via Matteotti. Il progetto, cui contribuisce il Comune di Mirano, presenta immagini scattate dagli studenti durante una visita al campo di concentramento. La mostra sarà aperta al pubblico dal 27 gennaio al 10 febbraio 2007 nei seguenti orari: mattino (tutti i giorni escluso la domenica) ore 9.00 – 13.00 e pomeriggio (mercoledì e venerdì) ore 14.30 – 17.30.

Ultimo appuntamento, organizzato dall’Assessorato all’Istruzione, Pace, Biblioteca e Politiche Giovanili, lunedì 29 gennaio 2007 alle 17.45 nel nuovo Teatro di Mirano (sala grande) con la proiezione del film "La rosa bianca" del regista tedesco Marc Rothemund.
L’ingresso è gratuito.
Il film racconta in maniera allo stesso tempo artistica e fedele gli ultimi cinque giorni di Sophie Scholl, l’unica donna che si era unita alla "Rosa Bianca", un movimento di resistenza al Terzo Reich fondato a Monaco nel 1943 da un gruppo di coraggiosi giovani universitari che decisero di ribellarsi al nazismo e alla sua disumana macchina da guerra. Sophie è una ragazza come tante, che il tempo matura in una combattente audace ed impegnata. Sophie ed il fratello Hans vengono scoperti ed arrestati mentre distribuiscono volantini all’università. Nei giorni a seguire l’interrogatorio di Sophie da parte di Mohr, ufficiale della Gestapo, si trasforma in uno strenuo duello psicologico. Le prove schiaccianti, la confessione, e l’ultimo disperato tentativo di proteggere il fratello ed i compagni della Rosa Bianca. Colpito dal suo straordinario coraggio, Mohr le offre una via d’uscita, ma ad un costo: tradire i suoi ideali. Sophie rifiuta l’offerta...
Per la realizzazione di Sophie Scholl gli autori si sono potuti servire di materiali inaccessibili prima degli anni '90, come le trascrizioni dei verbali degli interrogatori della Gestapo e del processo contro gli esponenti di spicco della Rosa Bianca. Hanno ricostruito la sua vicenda processuale mostrando il coraggio di una giovane donna di fronte alla barbarie del totalitarismo nazista. Si tratta logicamente di un film di parole piuttosto che di immagini, e la parte più intensa è data sicuramente dal rapporto tra Sophie Scholl (Julia Jentsch) ed il suo inquisitore Robert Mohr (un eccezionale Gerald Alexander Held). Mohr prova sentimenti contrastanti per la giovane che vanno dalla rabbia all'incredulità fino alla compassione e all'ammirazione. Ma anche i suoi slanci più positivi sono oscurati dalla fedeltà al sistema e dall'indottrinamento della propaganda. Sophie d'altra parte non è sostenuta solo dalla tenacia di chi crede in ciò in cui combatte, ma anche dalla forza della sua fede in Dio, da cui non si sente mai abbandonata.