"MIRANO, io mi ricordo", videoracconto di Sabina Sacchi

Notizia del 17.09.2010

MIRANO, io mi ricordo

Ricordi racconti istantanee di luoghi e fatti piccoli e grandi che hanno cambiato la vita di una comunità


Il dvd "Mirano, io mi ricordo" è in vendita al prezzo di € 10,00 presso:
 
- Agenzia di Viaggi Gecko Bay Travel
Via Castellantico, 21
Tel. 041 570 25 73 – Fax 041 48 10 40
Orario: da lunedì a venerdì 9.00 - 12.00/15.00 - 19.00
sabato 9.30 - 12.30
email:
info@geckobaytravel.com
 
- Caffè Re d'Italia
Piazza Martiri,4
 
- Il Ponte Antiquariato
 Via Bastia Fuori, 27
 
- Presso la mostra "Tutto Cavazzano"
Barchessa e Villa Giustinian Morosini
Orario: feriali 14 - 18; sabato, domenica e festivi 10 - 12 e 14 - 18 
 


E’ stato presentato oggi a Mirano il videoracconto “MIRANO, io mi ricordo” diretto da Sabina Sacchi e prodotto da Miranoteatro.
Il film racconta i luoghi di Mirano attraverso le memorie di chi in quei luoghi ha vissuto. Nel maggio scorso la regista ha intervistato 42 persone che hanno raccontato davanti alla telecamera i propri ricordi collegati a fatti accaduti in passato, a personaggi o a edifici scomparsi, a storie tramandate in famiglia, ad avvenimenti recenti, a leggende riconducibili a Mirano. Dalle memorie affidate alla telecamera la regista ha tratto le parti più significative con ricordi dall’inizio del ‘900 ad oggi.

Il film sarà proiettato mercoledì 15 settembre 2010 alle ore 21.00 nel Teatro di Mirano in collaborazione con il Comune di Mirano – Assessorato alle Attività Culturali. Ingresso libero.

 

 
“Mirano, io mi ricordo non racconta LA storia di Mirano. L’intenzione è stata, da subito, dichiarata: raccogliere ricordi testimonianze leggende, purché a parlare fossero persone nate a Mirano o che nel paese avessero abitato per un periodo sufficientemente lungo per conservare memoria di luoghi, persone, avvenimenti. Nessuna intenzione quindi di andare a scovare vere o presunte “miranesità”, né di affidare a chicchessia il marchio doc.
 

Mi ricordo…
La memoria, una volta che la stuzzichi si lascia prendere volentieri dal vortice della danza e così,  al termine del raccolto, il bottino era composto da un folto numero di videocassette pari a 12 ore di materiale girato. In quel piccolo mare popolato di facce e di parole era facile perdersi ma è stata proprio la danza, e le sale da ballo di cui Mirano molti anni fa era ricca, a darmi la chiave che mi ha permesso di navigare e di condurre in porto il progetto. Facce ricordi impressioni confidenze compongono un puzzle che ho cercato – spero- di governare seguendo un filo che, a un certo punto, non ero più io a tenere. Era come se, escludendomi, gli interpreti  avessero deciso di conversare tra loro fitto fitto,  come accade quando ci si ritrova tra amici dopo tanto tempo e le cose da dire sono davvero tante.
 

Je me souviens (mi ricordo)
Per Mirano, io mi ricordo mi sono ispirata a “Je me souviens di Georges Perec (1936-1982), scrittore francese, che pubblicò in un libro i suoi ricordi di cose “inessenziali”, frammenti di un quotidiano scomparso, iniziando sempre con la formula “Je me souviens”. Molti anni fa, incontrando a Firenze Anthony Burgess, autore di Arancia Meccanica, gli parlai di Perec e gli proposi di affidare al mio piccolo registratore a cassetta i suoi ricordi. Con mio stupore, Burgess accettò entusiasta e l’indomani si presentò con una lista battuta a macchina sulla carta intestata dell’albergo. Cominciò a leggere, il primo ricordo era legato alla guerra: “mi ricordo l’Europa  alla fine della seconda guerra mondiale, e a come pensassi che tutto puzzasse di carne bruciacchiata”. Subito dopo lesse: “mi ricordo di quando si poteva comprare un gelato per 10 lire”. Guerra e gelato, impensabile accoppiarli in un saggio o perfino in un’intervista, ma del tutto naturale pescarli nel bagaglio della memoria, scriverli e leggerli così, uno dopo l’altro, senza distinzioni fra cosa è importante (la guerra) e cosa è futile (il gelato).
 La stessa cosa accade in Mirano, io mi ricordo dove contadini e signori, martiri e buontemponi, ville e stalle, cibo e guerra, politica e corse ciclistiche convivono senza reclamare il posto a sedere.
Lacerti di memoria (per citare un titolo Gillo Dorfles) che pensavamo abbandonati a se stessi tornano in superficie, nuotano addirittura, spinti dalla voce, dalle facce, dalle espressioni di gioia o mestizia, dai sospiri di chi li rievoca.
Sono contenta dei ricordi affidati a questo, che mi auguro essere solo un primo capitolo di un video-archivio della città di Mirano, perché si tratta di ricordi asciutti, quasi privi di nostalgia, ingrediente difficile da maneggiare e che rende tutto un po’ umidiccio.
Se si paragona a un mestiere, quello del raccoglitore di ricordi assomiglia al pescatore che getta la rete in mezzo al mare: molto pesce non entra o si perde nei buchi della rete, qualcosa però- se si è  minimamente fortunati- dentro resta e con quello si fa festa (che fa anche rima).”
 
Sabina Sacchi