Grande partecipazione per il convegno "L'infiltrazione della criminalità organizzata in Veneto" di sabato 6 aprile

Notizia del 09.04.2013

Sabato 6 aprile, presso il Teatro di Villa Belvedere, ha avuto luogo il convegno “L’infiltrazione della criminalità organizzata in Veneto”, dedicato all’analisi dei vari aspetti della problematica, dalle origini alla stretta attualità, dai danni che questo fenomeno ha già causato alle misure necessarie per contrastarlo. L’evento è stato organizzato dal Comune in collaborazione con il Centro per la pace e la legalità Sonja Slavik e il presidio di Libera del Miranese. La cittadinanza ha risposto con una numerosa e attenta partecipazione, riempiendo, assieme a numerose personalità istituzionali, tra le quali il questore di Venezia Vincenzo Roca, il Teatro di Villa Belvedere.

I relatori del simposio, moderato da Vincenzo Guanci del Centro Sonja Slavik, erano il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Venezia dott. Roberto Terzo con l’intervento “La criminalità organizzata in Veneto, mafiosa e non”, l’on. Francesco Forgione (già presidente della Commissione antimafia), con “Mafie e colonizzazione del territorio al nord”, e il ten. col. Alessandro Dimichino del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Padova, con “Esperienza della Polizia giudiziaria nel contrasto alla criminalità organizzata”.

I lavori sono stati aperti dal saluto della Sindaca Pavanello, che ha espresso la soddisfazione dell’Amministrazione per questo appuntamento e ha ringraziato quanti hanno contribuito alla sua realizzazione. Un appuntamento che, ha ricordato la Sindaca, si situa sullo stesso percorso di promozione della legalità di cui è stata tappa anche la recente cerimonia di intitolazione del Parco Morvillo. La Sindaca ha poi ricordato le parole del neo-Presidente del Senato Pietro Grasso sulla strategia migliore per lotta alla criminalità organizzata – «La lotta alla mafia deve essere qualcosa di corale. Ma per fare questo, abbiamo bisogno delle istituzioni, e che queste stesse lavorino in sinergia») – sottolineando come, sabato, a qui Mirano, nella piccola dimensione del convegno, «si sia realizzata tale imprescindibile convergenza di forze, competenze e modi di concepire e servire lo Stato: con noi, a renderci più informati sul problema – e quindi anche più utili e preparati a fare la nostra parte per risolverlo – ci sono tre esperti che, dello Stato, e della società civile, rappresentano le componenti fondamentali: politica, legge, forze dell’ordine, informazione». Hanno completato i saluti, a nome del Centro per la Pace e la legalità Sonja Slavik, la consigliera con delega alla promozione di pace e diritti umani Erica Barandolino e, a nome di Libera, Mara Niero, referente del presidio del Miranese.

Il primo contributo è stato quello di Terzo, che, attraverso la sua esperienza di magistrato, ha raccontato le sfaccettature della criminalità organizzata in Veneto, che non è solo di natura mafiosa. In particolare, Terzo si è soffermato sugli strumenti giuridici a disposizione, evidenziando alcuni “handicap” legislativi, come ad esempio alcuni cortocircuiti della prescrizione o la depenalizzazione del falso in bilancio. Una scelta, quest’ultima, che, continua a generare effetti negativi, in particolare in un periodo in cui le organizzazioni criminali sempre più si mischiano alla parte sana del settore economico finanziario. Un settore che, se è «marcio», rappresenta per le mafie un ancor più fertile terreno.

Forgione ha sottolineato come le mafie, oggi, non abbiano alcun territorio precluso. Tra i vari mezzi di penetrazione c’è il controllo dei grandi cicli produttivi, come quelli di cemento e rifiuti, perfetti per accumulare risorse economiche, ma anche consenso: si pensi a quante persone impiegano queste filiere.  Il Veneto, purtroppo, è particolarmente a rischio: la nostra Regione, per esempio, secondo Legambiente, è al terzo posto in Italia per i reati relativi all’edilizia. La strategia per vincere le mafie, secondo Forgione, è quella che, oltre che attraverso la repressione, le contrasta anche, e soprattutto, dal punto culturale e sociale: «Batterli nei tribunali, ma anche fuori, nella società. Superare l’antimafia degli eroi e arrivare all’antimafia della quotidianità».

Il ten. col. Dimichino ha dapprima tracciato una dettagliata mappa delle organizzazioni criminali venete. Da un lato quelle italiane, con infiltrazioni provenienti da Sicilia, Calabria e Campania. Dall’altro i sempre più numerosi sodalizi stranieri: cinesi, rumeni, albanesi, nigeriani, moldavi e bulgari, ciascuno con una precisa “specializzazione”. Poi Dimichino ha raccontato episodi salienti della storia recente della lotta a mafie e criminalità organizzata in Veneto: Aspide, Manleva, Zefiro.