Deroga al Patto di Stabilità per 771 mila euro

Notizia del 17.05.2013

Mercoledì 15 maggio, il Ministero dell’Economia e delle finanze ha diffuso il decreto con cui individua, per ciascun ente locale che ha effettuato richiesta di spazi finanziari ai sensi del comma 2 dell’articolo 1 del decreto legge n. 35 del 2013, gli importi dei pagamenti di debiti di parte capitale da escludere dal Patto di stabilità interno 2013.
Si tratta, in sostanza, di una deroga al Patto di stabilità, concessa per alcune spese da sostenere o per pagamenti in conto capitale già sostenuti, per la quale il Comune di Mirano – come da normativa – aveva fatto domanda lo scorso aprile. In totale il Comune avrà margini di pagamento per 771.000 euro, suddivisi in 668.000 euro per «Spazi finanziari concessi per sostenere pagamenti di debiti non estinti alla data dell’8 aprile 2013» e 103.000 euro per «Spazi finanziari concessi per escludere dal patto di stabilità interno 2013 i pagamenti in conto capitale effettuati prima del 9 aprile 2013».
Più precisamente, nella prima categoria rientrano spese ancora da pagare per lavori pubblici (come quelli eseguiti sull’edificio della scuola primaria Petrarca nel 2010), manutenzione delle strade e altre varie opere di manutenzione (come quelle eseguite sulla piscina comunale nel 2012). Fanno parte di questa prima sezione anche i contributi in conto capitale per le chiese del territorio comunale e le restituzioni di oneri di urbanizzazione. La seconda suddivisione, invece, riguarda pagamenti in conto capitale già eseguiti per manutenzioni e alcune altre restituzioni di oneri.
La Sindaca Maria Rosa Pavanello ha accolto con soddisfazione la notizia, ma ha tenuto a rimarcare il ritardo – «”Meglio tardi che mai” è probabilmente il commento che a caldo hanno esclamato molti altri colleghi sindaci» – con cui la scelta di aprire questi spiragli nel Patto e dare ossigeno ai comuni italiani è stata portata a termine. Una decisione che, tuttavia, data la situazione critica in cui gli stessi comuni versano, non era certo possibile rimandare o non prendere.