Controreplica del Consiglio Comunale all’ambasciatore turco: “Contro gli Armeni fu genocidio”

Notizia del 27.04.2017

Una lettera per ribadire, senza nessun timore reverenziale, un concetto forte: il popolo armeno un secolo fa è stato vittima di un genocidio perpetrato dall’Impero Ottomano e la città di Mirano, che ha riconosciuto il genocidio, continuerà ad esprimere solidarietà verso questo popolo. È questo il succo della lettera che il consiglio comunale di Mirano, nella persona della Presidente Renata Cibin, ha approvato nell’ultima assemblea tenutasi lunedì 24 aprile e che ha spedito questa mattina all’ambasciatore della Repubblica di Turchia Murat Salim Esenli, in replica ad una missiva che lo stesso ambasciatore aveva inviata al Consiglio Comunale lo scorso 22 marzo.
Nella lettera del 22 marzo l’ambasciatore contestava l’utilizzo della dizione “genocidio” in riferimento alle violenze che l’Impero Ottomano perpetrò contro il popolo armeno tra il 1915 e 1916. Tali fatti erano stati oggetto di una delibera che i consiglieri comunali di Mirano avevano approvato all’unanimità nel dicembre 2015 in occasione della commemorazione del centenario dell’eccidio: delibera nella quale si parlava, appunto, di genocidio e si esprimeva solidarietà al popolo armeno.
Nello specifico, la lettera dell’ambasciatore turco, bollava il termine genocidio come frutto di “illazioni riguardanti eventi accaduti nel 1915” che “non si basano su una sentenza di tribunali internazionali o su prove storiche, bensì rappresentano esclusivamente un’interpretazione soggettiva”. Inoltre l’Ambasciatore aveva messo sullo stesso piano armeni e turchi, con un’espressione che sembra negare il milione e mezzo di vittime armene: “gli eventi del 1915 hanno causato gravi sofferenze sia al popolo turco che a quello armeno”.
La lettera si chiudeva con l’invito al Consiglio Comunale di Mirano di revocare la risoluzione del dicembre 2015 per evitare “un serio errore storico e giuridico e contribuire all’amicizia Turchia-Italia, come da essa ci si aspetta”.
Nessun passo indietro da parte del Comune che nella lettera all'ambasciatore rimarca che “la delibera si richiama ai riconoscimenti dell’ONU, del Parlamento Europeo, del Parlamento italiano ed anche al discorso di Papa Francesco, autorità spirituale e morale, in cui, in molti, ci riconosciamo indipendentemente dalla fede praticata. Perciò, a nome e per conto dei consiglieri comunali di Mirano, desidero rassicurarLa del fatto che non c’è il rischio di essere influenzati da (citazione della lettera dell’ambasciatore) “ambienti che cercano di politicizzare la storia e trarre inimicizia dal passato per tentare di danneggiare la collaborazione tra Italia e Turchia”: ogni popolo ha il diritto di raccontare la sua storia e la tragedia di cui è stato vittima.”
Conclude: “Il Consiglio Comunale di Mirano, nel rimarcare la solidarietà al popolo armeno, riconosce nel contempo e ha a cuore il sentimento di amicizia tra popolo italiano e popolo turco, consapevole del fatto che il popolo della Repubblica Turca non è responsabile di quanto operato in passato.”
“La memoria, per i Miranesi, è un valore fondamentale che non può essere cancellato e che anzi deve essere sempre rivendicato con orgoglio in qualunque contesto – afferma Maria Rosa Pavanello, sindaca di Mirano. - L’ho affermato nella cerimonia del 25 aprile, nel discorso di commemorazione della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, ma per certo, questo tema riguarda la storia di sofferenza di tutti i popoli compreso quello armeno. Le cittadine e i cittadini di Mirano, hanno a cuore l’affermazione della cultura della pace e dei diritti umani; pace e diritti umani non possono esistere senza consapevolezza storica”.