A Spinea l'evento "Trasformare lo spirito umano. Per un mondo libero da armi nucleari"

Notizia del 25.06.2018

Ieri ha avuto luogo l’evento “Trasformare lo spirito umano. Per un mondo libero da armi nucleari”, organizzato dal Tavolo Intercomunale per la Pace in collaborazione con il Tavolo per la Pace e la Nonviolenza di Spinea,ospitati dalla III FestAmbiente di Spinea (organizzata dal Circolo Legambiente del Miranese in collaborazione con il Comitato Difesa Ambiente e Territorio di Spinea) all'interno della rassegna "Spinea è un Ponte 2018". Ospite d’eccezione Lisa Clark (nella foto a sinistra della sindaca), attivista dell’ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons – ‘campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari’). La stessa Clark ha fatto parte della delegazione che si è recata ad Oslo per ricevere il Premio Nobel per la Pace 2017 assegnato alla Campagna, che riunisce il lavoro delle principali organizzazioni impegnate per il disarmo nucleare.  La manifestazione aveva anche lo scopo di sensibilizzare rispetto all’appello “Italia, ripensaci”, che chiede al nostro Paese di sottoscrivere il Trattato di messa al bando delle armi nucleari (TPNW), cosa che non ha ancora fatto.

Mirano, grazie anche all’attività del Centro per la pace e la legalità “Sonja Slavik”, è da anni impegnata nell’attività di sensibilizzazione sui pericoli delle armi atomiche e dal 2014 è membro di Mayors for Peace, l’associazione creata a questo scopo dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki. A rappresentare la nostra Città e a portare la sua esperienza in quest’ambito erano presenti la sindaca Maria Rosa Pavanello e il consigliere con delega alla promozione di una cultura di pace e dei diritti umani Francesco Venturini.

«Il premio Nobel per la Pace 2017 assegnato all’ICAN – ha sottolineato la sindaca Pavanello – è un passo avanti eccezionale, una cassa di risonanza ottimale. Ma la sensibilizzazione su questi temi non è prerogativa solo dell’attivismo e della politica ad alti livelli. Un ruolo fondamentale è giocato dalle persone comuni, da noi. Perché associazioni, comitati e gruppi sono costituiti da noi. Tutti possiamo, e dobbiamo, avere un ruolo primario nel diffondere questo messaggio importante, nel formare le nuove generazioni, nel ricordare ciò che è stato, nello scongiurare che possa ripetersi».